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Avatar di Edgar

Cara Silvia, le tue parole sono sempre penetranti e così mi é venuto in mente quando, da poco laureato, pieno di entusiasmo e di quel pizzico di onnipotenza, mi sono immerso nel mio nuovo lavoro. Difficile, molto più grande di me e, soprattutto lontano da ciò che avevo studiato sui libri, essendo la realtà molto più complessa, articolata e spesso più contraddittoria di quanto potessi immaginare. Ma l'entusiasmo, quel pizzico di incoscienza e la voglia di imparare di più, sempre di più, mi hanno portato a divorare libri, articoli, convegni, nel tentativo di superarmi. Ma in particolare volevo affrontare le quotidiane criticità che dovevo a tutti costi affrontare e superare con la massima disinvoltura. Le aspettative che avevo così coltivato erano grandiose, e non potevano esserci limiti. La realtà è spesso crudele ed inevitabili sono state le occasioni che, malgrado tutto, mi hanno gettato nello sconforto e in quell'amaro senso di impotenza conseguente, intollerabile e rigettato. Momenti di sconforto insostenibili. Manifestai questo mio stato ad una relatrice invitata dal mio Ente per un aggiornamento professionale ed erudire il personale.Aveva capito tutto. Dall'esterno a volte é anche più facile discernere. Senza molte parole, mi sollevò dai miei umori pestiferi, con tono severo disse: " tu non sei Dio!". Capii immediatamente che non dovevo chiedere a me stesso cose che non mi competevano. Capii che avrei potuto continuare il mio lavoro con più serenità, facendo al meglio, senza aspettarmi cambiamenti impossibili, senza dover essere Dio a tutti i costi. Dio è uno e non potevo esserlo anche io.

Grazie Silvia per la tua suggestione, a volte riconoscere la propria impotenza, é doveroso e salutare per noi stessi.

Edgar

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Avatar di antonio

credo fermamente che i limiti sono dati da chi non ha capacità di fare..... inoltre vivere come dici sulle montagne russe , credo che sia il miglior modo possibile di vivere, pensa di fare un viaggio su un treno lungo la pianura padana, e un'altro lungo l'appenino centrale è un confronto tra una vita piatta e una piena di atmosfere; a me la frase che ho nella testa è "ti manca la terra sotto i piedi" oggi ringrazio la mia natura di essere ancora con la mancanza della terra sotto i piedi e infine come dice jack london in un suo scritto "fa che la fiammella del bambino che è in noi non si spenga mai", vedi alla fine tornando ai limiti non è altro che quella sana incoscienza che ci porta ad essere simili a Dio senza esserlo ma sperando di diventarlo.

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