Ciao, mi chiamo Silvia.
Oggi, cercando un libro di pianoforte, ho trovato un diario segreto di quando avevo 15 anni.
Ho aperto una pagina a caso ed è uscito il primo maggio del ‘98.
Mi ha fatto molto effetto leggerla.
Se non l’avessi avuta sottomano avrei giurato di non aver mai pensato una cosa simile.
Io, proprio io che trovo il bello, anzi il ‘bellissimo’ in tutte le situazioni; io che ho sempre un’idea per risollevare chi si è perso o sta attraversando un momento difficile.
Eppure sono io.
Se mi concentro ritrovo le emozioni di quella Silvia piccola, chiusa in bagno a piangere perché si sente la peggiore di tutti, perché odia Bach, odia il piano e, soprattutto, odia se stessa.
Pensavo davvero che non avrei passato l’esame del quinto anno di pianoforte, che avrei buttato via anni di studio, che sarei diventata una nullità.
E adesso vi starete aspettando il seguito: pochi mesi dopo, quell’esame l’ho passato con 10, mi sono innamorata follemente di Bach, il piano è diventata la mia vita e, tutto sommato, sento di aver realizzato i miei sogni.
Sarebbe una verità parziale.
La verità è che quella Silvia esiste ancora.
E c’è ancora un ‘bagno’ dentro di me in cui quella ragazzina si rifugia a piangere perché sente di essere una nullità in tutto ciò che fa.
C’è, eccome se c’è.
E per ogni cosa nuova - parlare in pubblico, scrivere per qualcuno, suonare il piano, lanciare un nuovo corso, fare una live - si sente un’incapace e ha paura che non sarà abbastanza.
Alt! ✋🏻 Vi fermo subito.
Non sto scrivendo questo per cercare conferme.
Le conferme le trovo negli occhi, nei commenti, nell’affetto delle persone che ho la fortuna di incontrare sul mio cammino, ed è meraviglioso.
Scrivo tutto ciò per condividere con voi una riflessione.
La sindrome dell’impostore è qualcosa che mi accompagna da sempre, ma non ho alcuna intenzione di disfarmene.
Sapete perché?
Perché è quella cosa che mi fa dubitare, che mi fa cercare qualcosa in più, che mi fa andare ‘oltre’.
È quella voce che mi permette di chiedermi “sto facendo abbastanza”?
È quella cosa grazie alla quale continuate a ripetermi che quello che creo per voi è straordinario.
Luci e ombre, bianco e nero, alti e bassi.
Sono io.
E quel bagno non è più un luogo dove piango senza una prospettiva.
È una palestra.
Un luogo che in questi 25 anni ha visto l’avvicendarsi di dubbi, disperazione e pianti inconsolabili.
Cos’è cambiato oggi?
La consapevolezza.
Sebbene senta ancora quelle sensazioni, ora so che sono più forte e non rimarrò sotto il bilanciere. I muscoli sono cresciuti grazie a quei mo(vi)menti attraversati durante la mia vita.
Tonnellate.
Quindi, sì, quella sensazione di essere un impostore la tengo dentro di me.
Ora ho capito che un senso ce l’ha e ce l’ha sempre avuto.
❤️
Meravigliarsi
In questo episodio del podcast (per chi non lo sapesse, il podcast è un audio che puoi ascoltare online, con la mia voce) ho condiviso parte di una bellissima lezione con i miei allievi del corso 1 di pianoforte, rispondendo a domande molto importanti. Lo trovate su tutte le piattaforme (Spotify, Apple podcast) o direttamente online.
Improvvisare al pianoforte è qualcosa di stupendo. Se volete capire come fare, con facilità, guardate questo video.
Vi è mai capitato di voler “tirare giù” le note di una canzone al piano? Qui vi faccio vedere il mio metodo.
Per i più curiosi, ho risposto a una domanda personale abbastanza imbarazzante… Cosa mangi?
Poi… in questo video vi faccio vedere come compongo un brano, partendo da zero. Mi serviva come base per una colonna sonora di un corto che prima o poi condividerò!
In ultimo, se proprio non ne avete abbastanza, ecco una sessione di studio di un pezzo super complesso da suonare in duo con il mio collega Gigi Rivetti.
Buone intenzioni
Eccoci qui nella sezione dedicata a superare i miei “limiti” nel programmare e rispettare i programmi.
Ecco la mia lista di buone intenzioni per questi giorni:
voglio continuare con la guida per l’utilizzo di Musescore che ho cominciato qui.
Il prossimo video andremo nel pratico e vi farò vedere come scrivo un brano completo. Diciamo che giovedì 4 maggio potrebbe essere un buon giorno per trovarlo pubblicato!venerdì 5 maggio, ore 21.33 (e non sabato perché sarò impegnata con i miei allievi del master) farò una diretta nella quale vi mostrerò come accompagnare una melodia in modo più “bello”, attraverso l’utilizzo di accordi arpeggiati e altri trucchetti del mestiere. Ecco il link per vederla in diretta su Youtube o Facebook.
Sabato 6 maggio pubblicherò su Youtube un video sugli esercizi di respirazione da fare prima delle sessioni di studio. Respirare è talmente importante, quando si suona, che a volte basta esserne consapevoli per cambiare completamente il nostro modo di interpretare la musica
Domenica 7 maggio, ore 12, nello showroom di Piatino, effettuerò un piccolo concerto-lezione con Gigi. Se qualcuno passa da Torino e vuole approfittare per conoscerci, può scrivere a sara@sognandoilpiano.it per avere info.
Sono tante buone intenzioni. Fanno sempre parte del mio credermi “a risorse illimitate”. Non sono certa che riuscirò a fare tutto, ma spero di ricevere qualche incoraggiamento da parte vostra, per aiutarmi e motivarmi in queste imprese. Mi aiuterebbe molto più di quanto possiate immaginare. ❤️ Qui sotto, nei commenti, sarebbe perfetto!
Oltre il muro
Sapevi che puoi personalizzare la tecnica al pianoforte in base al brano che stai studiando?
Significa che all’inizio della sessione di studio puoi fare la tecnica classica (scale, arpeggi, esercizi sulle 5 dita e di agilità) e poi, prima del brano che stai studiando, puoi fare una sessione specifica sulle battute più difficili.
Mi capita anche in palestra quando, prima di fare un esercizio, Andrea mi fa “pre-attivare” alcuni muscoli complementari necessari per non farmi male e per gestire tutto al meglio.
Funziona da Dio e ti permette di imparare il pezzo molto più velocemente.
Se vuoi approfondire, fammelo sapere, e produrrò qualche video per spiegarti esattamente come si fa!
Immenso grazie
Il precedente post l’avete commentato in tantissimi.
Non avete idea di che felicità nel leggere le vostre parole, nel sapere che non sono sola quando ho questi pensieri e che, in fondo, quello che faccio ha qualche effetto sulle persone.
Io sto bene, sono felice, ma proprio felice quando sento che riesco ad accendere una piccola luce in chi mi segue. Ma, a meno che non mi venga detto, non sempre ne sono sicura. Per questo vi ringrazio per le vostre “rassicurazioni” e “conferme”: bisognerebbe prescindere da questo bisogno, avere più autostima e fare le cose perché si vogliono fare e basta.
In realtà io le faccio perché mi fa star bene far stare bene.
Spero mi vogliate bene lo stesso.
Silvia
Cara Maestra, ti confesso la mia ignoranza...quando ho letto della "sindrome dell'impostore" mi sono subito documentato su internet per capire meglio di cosa si trattasse!😊
Ebbene, con mia grande sorpresa ho scoperto che molti aspetti di questa "sindrome" li condivido con te, e che probabilmente anche io sono afflitto da questa "patologia".
Il termine patologia lo metto molto tra virgolette, perché penso che più che a una "malattia psichiatrica", ci si trovi di fronte ai tratti caratteristici della personalità dei soggetti interessati.
Al di là di quanto letto su Internet, voglio aggiungere alcune considerazioni personali, perché mi sento molto coinvolto.
Spesso queste persone non vivono di certezze assolute, anzi "il dubbio" è forse uno dei tratti distintivi che li contraddistingue (aspetto che è collegato anche a una certa instabilità del carattere).
I principi fondamentali e i valori della persona rimangono molto saldi in noi (amore, giustizia, famiglia, onestà, correttezza, educazione, rispetto per il prossimo, trasparenza, entusiasmo, umorismo), ma permane sotto traccia un'inquietudine di fondo con la quale bisogna imparare a convivere, e che ogni tanto riemerge facendoti passare piccoli (o grandi) momenti di crisi.
Detto ciò, bisogna anche che io ti dica quello che penso veramente di te, ovvero che sei una delle persone più incredibilmente creative, vere, empatiche ed entusiasmanti che mi sia mai capitato di conoscere.
Sei una didatta eccelsa ed una insegnante di valore assoluto, che sa coinvolgere e appassionare i suoi allievi, che ti ricambiano entusiasti.
La tua incredibile esperienza nei più disparati settori ha arricchito enormemente il tuo bagaglio culturale e la tua persona, rendendo unico il tuo approccio didattico, che è fatto di semplicità, simpatia e competenza fuse insieme.
Non dimenticare mai queste parole, che sono sentite ed espresse col cuore.
Quando ti troverai nella tua palestra-bagno a rimuginare sul fatto che non meriti tutto questo successo e affetto di cui sei circondata, pensaci🤗
Un grande abbraccio.
Il tuo allievo Maurizio
Cara Silvia,
Un immenso grazie lo scrivo io a te per il modo allegro, entusiasta, incoraggiante, professionale e allo stesso tempo amichevole e intimo con cui ti doni alle persone. Sembra di conoscerti da tanto! Da quando ho iniziato a seguire il circolo di evoluzione musicale e poi le live e ancora il primo corso di piano, la mia vita è più ricca di pensieri ed emozioni positive verso me stessa e il mondo che mi circonda! Hai un modo unico e meraviglioso di insegnare pianoforte a cui unisci una quantità e qualità incredibile di materiale e video di approfondimento. Mi sento estremamente grata per averti incontrato! Parlo di te e del tuo modo di insegnare ad amici e parenti con un sorriso smagliante e tanto entusiasmo! Perciò di nuovo grazie per come sei, con le tue luci e le ombre.
Se posso permettermi, rivolgo a te e a quella parte bambina che bussa ogni tanto alla porta sperando forse di essere vista e amata per come era, un abbraccio affettuoso e un “vai benissimo così come sei”, Elisabetta